Senna, fine della corsa: "Tutti assolti"

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Dailypain
view post Posted on 8/9/2009, 13:56




Repubblica — 17 dicembre 1997 pagina 51 sezione: SPORT

IMOLA - Un' assoluzione generale. La Formula Uno scende dal banco degli imputati a braccetto con la Williams e con i dirigenti dell' Autodromo di Imola. Nella morte di Ayrton Senna contro il muretto del Tamburello l' 1 maggio '94, loro - nessuno di loro - ha nulla a che fare. Forse si scoprirà che è "innocente" anche quel dannato piantone dello sterzo, secondo il pm "grossolanamente" rabberciato dai tecnici della scuderia inglese, per dare più spazio al campione brasiliano, la sera prima del Gran premio di San Marino. E per questo considerato, dai periti dell' accusa, il vero killer del pilota. Ma per esserne sicuri, occorre aspettare le motivazioni della sentenza.
Intanto, con un dispositivo lungo nove asciuttissime righe, ieri pomeriggio alle due e 44 minuti il pretore Antonio Costanzo, davanti a trenta persone, tra vecchietti e ragazzini, e 100 giornalisti, cineoperatori e fotografi, assolve "per non aver commesso il fatto" il patron della scuderia inglese Frank Williams e i tecnici Patrick Head e Adrian Newey, che erano accusati di aver materialmente operato quella modifica difettosa al volante, che poi rimase tra le mani di Senna. Assolti, "perchè il fatto non sussiste", anche i dirigenti del circuito Federico Bendinelli e Giorgio Poggi e l' ispettore della Fia Roland Bruynseraede. Nessun gradino dell' asfalto provocò "l' effetto trampolino" sull' auto ormai ingovernabile, nè l' omologazione della pista violò le regole di sicurezza. Alle 2,47 è tutto finito. La giustizia che, tra durissime polemiche, aveva violato l' impenetrabilità delle faccende di Formula Uno, si ritira. Torna al suo posto. Il pericolo che il grande circo delle corse lasci l' Italia "troppo giustizialista", oggi è definitivamente fugato. Merito di "una sentenza estrema per un' attività estrema", plaude l' avvocato Roberto Causo che difende Bruynseraede. Che è come dire: quando il pericolo è alto, occorre un metro di giudizio diverso. D' altra parte "in 14 anni mai un rilievo al circuito", ricorda anche Roberto Landi, che rappresenta l' autodromo. Sembra frastornato il pm Maurizio Passarini, subito assediato dai microfoni. Poi, senza mezzi termini, parla della sua "delusione, che sarebbe ancora maggiore se dalle motivazioni della sentenza dovesse emergere che, secondo il pretore, non solo gli imputati della Williams non sono responsabili del cedimento del piantone. Ma anche che l' incidente sia stato provocato da una causa diversa". E i familiari di Ayrton Senna? Non si sono costituiti parte civile, nè hanno mai presenziato ad una soltanto delle udienze cominciate quasi un anno fa. "Ma hanno sempre mantenuto un occhio vigile sul processo - dice l' avvocato Giovanni Carcaterra - Ci siamo tenuti in costante contatto attraverso una persona della Fondazione Senna. Il loro desiderio era solo sapere la verità. Sapere perchè la macchina di Ayrton tagliò la curva del Tamburello e andò dritta. Sanno che nessuno potrà restituire la vita ad un uomo eccezionale, ad un pilota che per le sue doti straordinarie resta, dopo quattro anni, ancora tanto amato dalla gente". Intanto i pensionati del Circolo Arci, ex Casa del Popolo, che ha prestato la Sala da ballo al processo Senna, stanno già preparando la tombola di Natale dietro i vetri del bar Tobia' s decorati con Babbo Natale dipinto insieme alle sue renne e alla Befana a cavallo della scopa. E dove Senna continuerà a sorridere dalla gigantografia a colori appesa al muro.
SEI ACCUSATI DI OMICIDIO COLPOSO Erano sei gli imputati del caso-Senna: il patron della scuderia inglese, Frank Williams, gli ingegneri Patrick Head e Adrian Newey, l' ispettore della Federazione internazionale, Roland Bruynseraede, e i responsabili del circuito di Imola, Federico Bendinelli e Giorgio Poggi. Per tutti l' accusa era di omicidio colposo: diverse comunque le formule di assoluzione del pretore Antonio Costanzo

- Paola Cascella
 
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