Mosley ai giudici: "Il rischio è nella natura dello sport"

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Dailypain
view post Posted on 8/9/2009, 14:00




Repubblica — 20 giugno 1997 pagina 53 sezione: SPORT

"NON è accettabile che chi fa uno sport possa essere perseguito per le conseguenze di quanto fa. Anche perché il rischio è nella natura di alcuni sport, pur se non è nello spirito dello sport che qualcuno possa rischiare la morte". Così Max Mosley, presidente della Fia, che, neppure tanto tra le righe, allude evidentemente ad Ayrton Senna. Gli risponde da Bologna Maurizio Passarini, pm del processo in corso a Imola: "Per quello che è emerso dall' indagine sulla morte del pilota brasiliano, non si poteva non procedere. Non si poteva chiudere tutto con una generale archiviazione". Quel che pensa, Max Mosley, l' ha detto ieri a Roma intervenendo al convegno del Coni "La colpa di voler vincere. La responsabilità penale nell' attività sportiva". Non rinuncia a picchiare duro sui giudici italiani, lo stratega delle corse mondiali. Su quei giudici che stanno processando la F.1, la Williams (e l' autodromo di Imola) per la morte in gara di Ayrton Senna. Nessuno accenna al giudizio in corso, ma non ce n' è bisogno. Il riferimento al caso Senna è evidente. Soprattutto quando Mosley dice chiaro e tondo che "in alcuni paesi si può essere perseguiti per un incidente accaduto in una corsa e il giudice decide secondo le leggi ordinarie. Ma se si giudica secondo lo standard ordinario, si negano le basi stesse del nostro sport". E afferma un' opinione che è praticamente un principio: "C' è differenza fra il perdere il controllo della macchina in un rally e l' invadere, invece, deliberatamente la corsia di un altro automobilista". Tutti d' accordo sul punto. Persino il sostituto procuratore Maurizio Passarini che ha istruito il processo per la morte di Senna. "Certo, Mosley ha ragione, sono della sua stessa opinione. Ma per quel che è emerso nel corso dell' indagine sull' incidente di Imola, non si poteva certo archiviare il caso senza un processo. Qui, a giudizio dell' accusa, esistono responsabilità precise. Responsabilità colpose, naturalmente". Ma Mosley parla di differenze tra gare automobilistiche e incidenti stradali. "E' un vecchio discorso. Il nostro ordinamento prevede una responsabilità a titolo di colpa assai più estesa di quella prevista dagli ordinamenti anglosassoni, in particolare di quello inglese. Questo genere di reati ha un trattamento diverso da paese a paese. La Gran Bretagna è meno severa dell' Italia, dove peraltro la materia è ritenuta delicata e deve essere considerata caso per caso". La Fia però critica l' utilizzo di leggi ordinarie per giudicare un incidente avvenuto nel corso di una gara. "Lo sport non può sottrarsi alle leggi". Mosley ha anche affrontato il problema delle misure di sicurezza ulteriori che entreranno in vigore in F.1 dalla prossima stagione. Misure che non piacciono troppo ai piloti. Ma il n.1 della Fia è categorico: "So che ci sono piloti scontenti. Ma quando la velocità raggiunge certi livelli diventa troppo pericolosa. Certe curve, ad esempio, mettono a rischio la vita dei piloti".

- Paola Cascella
 
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