Venerdì verrà eletto il sucessore di Mosley alla presidenza della FIFA. L'ex ferrarista Todt leggermente in vantaggio
Jean Todt o Ari Vatanen. Due facce per una Fia diversa, quella che da domani farà a meno del discusso presidente Max Mosley che a fine giugno, nel giorno della pace in Formula 1 siglata a Parigi, aveva deciso di non ricandidarsi per sventare la minaccia di un Mondiale alternativo. Finisce così dopo 16 anni l'era del 69enne avvocato inglese, fatta di luci con i risultati raggiunti sul fronte della sicurezza, ma soprattutto di ombre con tutte le ultime oscure vicende, dalla spy-story al crash-gate con in mezzo lo scandalo sadomaso, che hanno finito per macchiare la credibilità di un Circus sempre più alla ricerca di spettacolo e nuovi consensi.
Mosley, il cui coinvolgimento nello scandalo a luci rosse ha messo sul piede di guerra la maggior parte dei costruttori automobilistici, lascia in eredità al suo successore una Formula 1 da risollevare sotto il profilo morale e sportivo con, allo stesso tempo, la necessità di tenere sotto controllo i costi come conseguenza della crisi economica. Una situazione che ha già visto far fare le valige dal mondo della Formula 1 a colossi come la Honda e la Bmw e che rischia di veder fuggire nuovi team importanti come Renault e Toyota. In pole position per la poltrona di Mosley ci sarebbe l'ex ferrarista Jean Todt che dopo il pesante supporto dello stesso presidente uscente della Fia e del patron Bernie Ecclestone ("serve un presidente forte") ha incassato anche quello del sette volte campione del mondo Michael Schumacher con una lettera aperta a tutti i membri della federazione automobilistica internazionale. 'Sono assolutamente convinto che Jean Todt sia la persona giusta per fare il prossimo presidente della Fia - ha scritto Schumi - Ho lavorato con lui per circa quindici anni, credo di essere titolato a dire questo con ragionevole certezza. So che ci sono persone che dicono che la presidenza di Todt sarebbe all'insegna della continuità con Max (Mosley, ndr): posso dire che non conoscono Jean, che ha la sua competenza, il suo stile nel dirigere". Se quella del pilota tedesco non è una investitura poco ci manca, ma sta di fatto che l'altro contendente, l'ex campione del mondo finlandese di rally, non mollerà fino a che l'urna nella sede della federazione automobilistica internazionale domani a Parigi sancirà il nuovo presidente. Vatanen, che ha deciso di rinunciare al ricorso contro la procedura delle elezioni del n.1 Fia, in particolare per quanto riguarda la volata lanciata da Mosley in favore di Todt, punta a far riavvicinare la gente al mondo dei motori, non solo quello della Formula 1, ma anche quello dei rally.
A decidere il futuro presidente della Fia sarà l'assemblea generale della federazione formata da 162 Automobil Club nazionali (i membri con diritto di voto sono però oltre 200 in quanto in alcuni paesi ci sono due associazioni). C'é naturalmente anche l'Italia con l'Aci che tramite il suo presidente Enrico Gelpi conferma il suo appoggio a Todt. "E' un momento importante, finisce un'era durata 16 anni che ha lasciato il segno. Le vicende di questi ultimi mesi hanno un po' offuscato quanto di buono è stato fatto e questo non è giusto, parlo delle vicende personali e quelle conclusesi con la pace in Formula 1. E' un momento importante perché ora si cambia. Speriamo che Todt ce la faccia alla prima votazione - aggiunge Gelpi - ogni club ha un voto, il club grande e piccolo contano allo stesso modo. Conosce le problematiche anche della sicurezza stradale perché attualmente nella Fia si occupa di un progetto che è quello della tecnologia al servizio della sicurezza stradale. La vittoria di Todt appare scontata? Non credo molto alle voci - taglia corto il presidente dell'Aci - è un mondo molto variegato questo, credo che sia aperto il voto, ma confidiamo che venga apprezzata da tutti l'attività di Todt che ha dimostrato di saper fare
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