| Il peso di un cognome, la paura, quella che provò quando morì suo zio, in quel maledetto pomeriggio del '94 quando sul circuito di San Marino, al settimo giro, Ayrton uscì di pista e si schiantò contro il muro del Tamburello e ancora la morte del padre, ad un solo anno di distanza, in un banale incidente stradale. Tutto questo non è bastato a fermare chi nella vita sembra avere solo una passione: quella per la corsa, al volante di una monoposto. Stiamo parlando di Bruno Senna, nipote di quello che è stato e che rimarrà nella storia come il più grande pilota della storia della Formula 1.
Bruno ha firmato un contratto, per la prossima stagione, con il nuovo team Campos. Il brasiliano corona così il suo sogno, svanito quest'anno quando Ross Brawn, dopo aver rilevato la Honda, non ha creduto in lui rinnovando la fiducia a Rubens Barrichello. Ayrton disse in tempi lontani e non sospetti di tenere d'occhio il nipote, perchè nonostante fosse molto giovane, era veloce: e a 16 anni di distanza da quel tragico GP di Imola avremo la possibilità di scoprire se le sue parole risulteranno effettive, oltre che verificare la competitività della Campos che sarà un fattore importante per capire cosa conti veramente nella Formula 1 moderna, se il mezzo o il pilota.
Certo è che "il pilota" ha un gran peso nella vittoria mediatica oltrechè in quella su pista. Quanche mese fa, abbiamo avuto il piacere di designare, come direttore per un giorno di Eurosport, Gabriele Tarquini che, nel corso della chat e del confronto con gli utenti ha anche risposto alle domande della redazione. La frase che più mi ha colpito di quando parlava della sua fantastica epoca in F1 al fianco di piloti del calibro di Senna, Prost, Rosberg fu il suo paragone tra questi campioni e quelli più recenti, come Schumacher e Vettel: "Senna per quanto figlio di famiglia benestante - mi aveva detto il pilota GT della Seat che è in testa al mondiale FIA WTCC - era una persona semplice. E la sua grandezza stava nella sua capacità di comunicare. Forse, per quanto sia stato superato in pista dal grande Schumi, il suo ricordo resta imbattuto per la capacità che ebbe di farsi conoscere, di portare la gente nel suo mondo (regalando cartoline firmate a chi lo guardava in pista quando ancora era solo un emergente) piuttosto che invocando il suo Dio, quando si giustificava per chi gli dava dell'imbattuto/imbattibile ("Mi ferisce che si dica che credo di essere imbattibile a causa della mia fede in Dio. Ciò che voglio dire è che Dio mi dà la forza e inoltre che la vita è un dono che Dio ci ha dato e noi siamo obbligati a mantenerlo con cura")".
E sappiamo bene quanto il potere delle parole (Mourinho docet), oltrechè la grandezza di grandi personaggi sportivi, sia importante oggi più che mai.
Bruno adesso, si trova dietro ad una linea di partenza superata la quale lo attenderà un percorso assai difficile. Oltre alle gare, lo aspettano critiche, paure, confronti. Dovrà fare i conti con l'ombra di un mito che nemmeno i sette titoli di Schumi sono riusciti a scalfire, una leggenda che la tragica morte sul campo ha alimentato, anziché sminuito, un palmares che comprende: 161 GP, 41 vittorie, 6 Gp di Monaco vinti (record assoluto, 5 dei quali consecutivi), 65 pole position, 19 giri più veloci in gara e 610 punti iridati. Dal canto suo Bruno ha corso in Formula Bmw, poi in Formula Renault 2.0, nella F3 britannica fino alla Gp2 dove si è piazzato 2° in classifica generale nella scorsa stagione. Ma forse il suo nome, potrebbe essere il punto di partenza per la rinascita di un sport che, ultimamente, vede troppi nomi, troppi sponsor e poche leggende di cui si possa parlare.
Certe volte mi piace chiudere i pezzi con citazioni o aforismi. Oggi credo sia doveroso riportarvi un pezzo della canzone scritta da Dalla, per lo zio di Bruno, quello che faceva il pilota...
Il mio nome e' Ayrton e faccio il pilota e corro veloce per la mia strada, anche se non e' piu' la stessa strada, anche se non e' piu' la stessa cosa, anche se qui non ci sono piloti, anche se qui non ci sono bandiere, anche se qui non ci sono sigarette e birra che pagano per continuare, per continuare poi che cosa, per sponsorizzare in realtà che cosa. Ho capito che la gente amava me. (...)
Tu mi hai detto: "Chiudi gli occhi e riposa", e io adesso chiudo gli occhi...
Come poteva chiudere un pezzo sui" motori" una donna che scrive per un blog che si chiama addirittura "Tacchetti a spillo"? A voi le critiche...
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